Accademia. Il nome (in greco Akadémeia) indicava in origine un bosco di Atene sacro all’eroe Accademo. Il mito racconta che Accademo aveva rivelato ai Dioscuri, i gemelli Castore e Polluce, fratelli di Elena di Troia, dove l’eroe ateniese Teseo avesse nascosto Elena dopo averla rapita; alla sua morte era stato seppellito in quel bosco, dove si venerava la sua tomba e dove Platone nel IV secolo a.C. istituì la sua scuola filosofica, chiamata Accademia in relazione al luogo e all’eroe.
Riallacciandosi idealmente alla scuola platonica, ha nome accademia, in generale, un’associazione di studiosi, istituita dall’autorità pubblica o da privati, che ha lo scopo di promuovere studi letterari, scientifici, artistici, teatrali o musicali.
Le prime accademie sorsero in Italia intorno alla metà del XV secolo, in ambiente umanistico-rinascimentale, e solo in seguito, intorno al XVI secolo, si diedero dei regolamenti e dei rituali specifici. Tra le accademie italiane più antiche e più famose figurano l’Accademia Platonica di Firenze, sorta sotto la guida di Marsilio Ficino nel 1463; l’Accademia Pontaniana di Napoli, nata nel 1442 intorno al Panormita e retta poi da Giovanni Pontano; l’Accademia Pomponiana o Romana, che si formò a Roma intorno all’umanista Giulio Pomponio Leto nel 1460; l’Accademia Aldina, che sorse nel 1494 a Venezia per opera dell’umanista e stampatore Aldo Manuzio.
Non meno note sono le numerose accademie sorte nel Cinquecento, epoca in cui si codificarono i solenni cerimoniali che accompagnavano la vita di queste istituzioni: a Siena nacque l’Accademia degli Intronati (1525), a Firenze l’Accademia degli Umidi (1540), poi confluita nell’Accademia Fiorentina (1541), a Venezia l’Accademia della Fama (1557), a Padova l’Accademia degli Eterei (1564), di nuovo a Firenze l’Accademia della Crusca (1583); in questo periodo le accademie si distinsero per l’impulso dato agli studi grammaticali e lessicali e anche per la costruzione di teatri (l’Olimpico di Vicenza, la Pergola di Firenze), con la parallela attività di promozione degli spettacoli. A fine Seicento divenne preminente l’opera dell’Accademia dell’Arcadia.
Le accademie scientifiche si svilupparono invece principalmente a partire dal Sei-Settecento e raggiunsero vette di eccellenza soprattutto con l’Accademia dei Lincei, fondata a Roma nel 1603, l’Accademia del Cimento (Firenze, 1657) e l’Accademia degli Investiganti (Napoli, 1678).
Anche al di fuori dell’Italia il fenomeno delle accademie, tutte ispirate a quelle italiane, ebbe notevole rilevanza: al Seicento risale la nascita dell’Académie Française, della Royal Society inglese, dell’Accademia Prussiana delle Scienze.
L’attività delle accademie fu di primaria importanza per la promozione della vita culturale dei rispettivi Paesi; tuttavia il carattere talora conservatore e l’ambiente chiuso, riservato a pochi eletti, che caratterizzò alcune di queste istituzioni e i loro rituali favorì l’identificazione dei loro membri, nella percezione comune, con un apparato volto alla conservazione e al passato, e restìo all’innovazione. Questo portò a connotare il termine «accademia» in un senso velatamente negativo: «fare dell’accademia» divenne così sinonimo di «fare vuota retorica», e l’aggettivo «accademico» è usato spesso anche oggi nel senso di «retorico, vacuo, inconcludente». In Italia sono tuttora attive alcune prestigiose accademie come quella della Crusca, quella dei Lincei, quella delle Scienze e, per la musica, quella di Santa Cecilia.
Porta il nome di Accademia (di Belle Arti) la scuola a livello universitario destinata all’insegnamento delle arti figurative, mentre l’Accademia militare, navale e aeronautica è l’istituto di formazione degli ufficiali in servizio permanente effettivo nelle Forze Armate.