Anomalia. Dottrina grammaticale e linguistica che si affermò a Pergamo e in Asia Minore nel II secolo a.C. per impulso di Cratete di Mallo e successivamente dei suoi seguaci. Essa considera la lingua come un fatto di natura, e di conseguenza, come tutto ciò che è naturale, la ritiene soggetta a un processo di evoluzione e trasformazione continua, inspiegabile con una teoria razionale, come dimostrano le numerose irregolarità riscontrabili nella grammatica e nella sintassi. L’impossibilità di ridurre la lingua a un sistema rigidamente codificato di regole apre la strada alla più ampia libertà per lo scrittore e l’oratore. Queste posizioni furono fatte proprie dagli asiani, seguaci dell’asianesimo, in contrapposizione all’atticismo.