PAROLE DELLA LETTERATURA

canone


Canone. Due sono i significati etimologi principali del termine (in latino canon -ŏnis, in greco kanón -ónos): 1) «regola», «unità di misura», «standard» (in stretto collegamento con la parola greca kánna e la latina canna, per indicare una canna, un giunco, che appunto veniva usato come strumento di misura); 2) «lista», «catalogo» (con un significato sviluppatosi in modo abbastanza naturale da quello originario di unità di misura): in particolare, una lista di autori e testi considerati esemplari, degni di essere insegnati nelle scuole, ritenuti fondamentali nella tradizione letteraria e tali da costituire le basi di una cultura condivisa, nonché capaci di fornire modelli (i «classici») da seguire e imitare. In tal senso si colloca l’opera delle istituzioni demandate alla selezione e formazione del canone (le istituzioni ecclesiastiche, le accademie, le commissioni che decidono i programmi scolastici, i critici più tradizionali). Nei confronti dei canoni letterari ci sono concezioni chiuse e conservatrici, che ne hanno una visione rigida, e concezioni più aperte, che si occupano della loro riforma e del loro rinnovamento. Si collega con questo secondo significato quello più ristretto e specializzato che la parola assunse nel latino ecclesiastico, per indicare la lista autorevole e autorizzata dei libri che andarono a formare la Bibbia, sia ebraica sia cristiana. La parola fece la sua comparsa con questo significato nel IV secolo d.C., ma ben presto se ne ebbe un’estensione: dal canone dei libri sacri a quello delle opere dei Padri della Chiesa (patristica).

Nell’uso originario del termine era evidentemente suggerito un principio di selezione, secondo il quale certi autori o testi venivano considerati degni più di altri di essere preservati. A prescindere da eventuali incidenti esterni (come per esempio la distruzione della Biblioteca di Alessandria, che contribuì a canonizzare le opere sopravvissute), normalmente operava, nella selezione, un principio religioso e ideologico. Le opere che non venivano accolte nel canone, e non contribuivano quindi al costituirsi della Bibbia o del corpus dei testi dei Padri della Chiesa così come noi li conosciamo, venivano escluse per ragioni dogmatiche: non erano cioè conformi alla “verità” religiosa e non erano adatte alla diffusione degli insegnamenti della Chiesa. (Così vennero esclusi molti testi che nelle intenzioni dei loro autori erano simili ai quattro Vangeli e alle opere degli apostoli, le quali invece vennero conservate nel canone del Nuovo Testamento). A un certo punto il canone formatosi in questo modo venne “chiuso” e fissato per sempre. I testi esclusi divennero «apocrifi». I cristiani che nel corso di quei primi secoli portarono avanti l’opera di canonizzazione non giudicavano in base alla bellezza o ai valori formali dei testi, all’efficacia del messaggio o alla sua fondatezza filologica, bensì in base alla conformità di quei testi con i principi della comunità religiosa che si stava formando e con le regole che essa si stava dando. Il criterio fu quello dell’ortodossia o dell’eterodossia religiosa.

Un ulteriore passo nell’estensione del significato del termine venne fatto quando esso cominciò a essere applicato a testi di contenuto non religioso e cioè a liste di autori (auctores), sia cristiani sia pagani (spesso corredati da un’interpretazione allegorica cristiana), da studiare nelle scuole.

Nei tempi moderni il significato del termine si è ulteriormente allargato. Tre sono oggi i suoi significati principali nell’ambito della critica letteraria:

1. criteri o norme di valutazione critica dotati di valore esemplare e tendenzialmente universale (per esempio, «i canoni del gusto»);

2. una lista delle opere di un singolo autore: per esempio, The Shakespearean Canon (Il canone delle opere di Shakespeare; non molto usato in italiano);

3. una lista di testi ritenuti culturalmente centrali e fondanti in una determinata società e tradizione letteraria, considerati come modelli da seguire ed esempi da imitare: i classici.

Vedi anche Classico e Discussione sul canone negli Usa, Discussione sul canone in Italia, Discussione sul canone in Germania, Discussione sul canone medievale.

Altri significati di canone appartengono a campi semantici specializzati; alcuni esempi tra gli altri: il canone come parte essenziale della Messa, compresa tra il Prefatio e il Pater Noster; i canoni o norme giuridiche emanate dai concili o dal pontefice, che formano il codice di diritto canonico; il canone come composizione contrappuntistica musicale; il canone come somma di denaro o prodotto in natura da corrispondere obbligatoriamente al signore feudale nel Medioevo; il canone d’affitto.

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