Canzone di gesta. Con questa definizione si indicano i poemi epici in francese (chansons de geste), di lunghezza molto varia (da meno di 1000 versi a 20.000), che furono composti e circolarono dalla seconda metà dell’XI al XIII secolo, epoca in cui vennero sostituiti da rimaneggiamenti in prosa. Abbiamo notizia di un centinaio di questi poemi, alcuni dei quali sono andati perduti. Le canzoni si sviluppavano in cicli imperniati su un lignaggio, cioè su quella comunità di sangue che è la forma particolare in cui fu concepita la famiglia nel Medioevo. La parola «gesta», al singolare (dal latino genus, «stirpe, schiatta, discendenza»), indica appunto, nel linguaggio dell’epoca, la «tradizione del lignaggio».
I cicli più importanti sono quelli della gesta dei re di Francia e della gesta di Guillaume d’Orange. Il primo ciclo si apre con la Canzone di Rolando. Un intero ciclo, detto «gesta dei ribelli», di cui Raoul de Cambrai è il testo maggiore, tratta della rivolta di un feudatario provocata dall’ingiustizia di un principe cattivo.
Tecnicamente, la canzone di gesta è scritta in lasse, cioè strofe di varia ampiezza di versi decasillabi legati fra loro non da una rima, ma da un’unica assonanza. è dovuta ai giullari itineranti, che operavano lungo le strade dei pellegrinaggi e delle fiere la prima diffusione dei testi epici. Solo in un secondo tempo ai manoscritti (per noi perduti) a uso dei giullari si aggiunsero quelli (che si sono invece conservati) a uso degli amatori, i quali utilizzavano i testi non più per recitarli, ma per leggerli.