Classe. Il termine classe, dal latino classis, indicava nell’antica Roma ciascuna delle cinque categorie in cui, all’epoca del re Servio Tullio, la cittadinanza era divisa in base al suo patrimonio fondiario. In tutto il mondo antico la denominazione continuò a indicare le ripartizioni del popolo stabilite in base al censo.
In un’accezione nuova e più complessa – quella di classe sociale –, diffusasi a partire dalla seconda metà del Settecento nel linguaggio politico-economico, il termine indica ciascuno dei gruppi di individui che, all’interno di una società, hanno comportamenti omogenei e diversi rispetto a quelli di altri gruppi. Usata per denominare le diverse categorie sociali costituenti la moderna società industriale (soprattutto quella capitalistica), la parola «classe» è da intendersi in senso più generale del termine ceto, ad essa affine, che fa invece riferimento a funzioni produttive specifiche (come mestieri e professioni) o a particolarità meramente culturali, etniche, religiose ecc. Nell’accezione generale si parla, per esempio, di classe dirigente, a proposito di coloro che dispongono dei poteri decisionali; di classe politica, che comprende quanti detengono il potere e hanno responsabilità in tal senso; di classe imprenditoriale, ecc.
Di particolare rilevanza è il concetto di classe sociale nel pensiero di Karl Marx (1818-83), che sottopone la società industriale emergente a un’analisi critica, ritenendo che essa sia lo scenario del conflitto economico tra due classi: quella che detiene i mezzi di produzione e quella che, essendone sprovvista, presta la propria forza-lavoro in cambio di un salario. In quest’ottica, l’appartenenza a una classe è la vera artefice del destino dell’individuo. Sono riconducibili alla teorizzazione di Marx locuzioni quali classe proprietaria (la borghesia capitalista e i proprietari terrieri); classe proletaria (coloro che non dispongono di mezzi di produzione e posseggono soltanto la propria forza-lavoro); classe operaia (l’insieme dei lavoratori salariati che lavorano in fabbrica e che, uniti da uno spirito comune, la coscienza di classe, partecipano alla lotta di classe, ossia al conflitto che contrappone i gruppi dei dominanti e quelli dei dominati).
I sociologi si servono oggi del termine classe per indicare un insieme di individui accomunati da caratteristiche quali censo, istruzione, modelli di comportamento e che condividono la stessa concezione della società (per esempio, si parla di classe media, o di ceto medio).
Il termine classe ha poi un uso specifico nella terminologia scientifica, nella quale indica una delle grandi divisioni in cui vengono raggruppati, fra gli altri, gli animali, le piante, le forme cristalline: per gli animali, la classe è il gruppo di rango inferiore al tipo e superiore all’ordine (per esempio la classe dei mammiferi); per le piante è il gruppo compreso tra la divisione o phylum e l’ordine (per esempio la classe delle dicotiledoni); per i cristalli è ciascuno dei 32 raggruppamenti delle forme possibili in base ai 32 gradi di simmetria.
Si parla di classe anche per indicare l’unità elementare di una scuola, comprendente gli alunni che seguono lo stesso programma e appartengono di solito alla stessa fascia di età.