Felicità. Dal latino felicitas, derivato da felix, «felice». Condizione di chi è felice, di chi ritiene soddisfatto ogni suo desiderio; gioia, soddisfazione completa. L’aspirazione alla felicità è caratteristica dell’etica classica, nel cui ambito fu chiamata eudaimonía, da cui il termine eudemonismo in riferimento alla dottrina che considera l’aspirazione alla felicità connaturata all’uomo e il suo raggiungimento il compito primario dell’esistenza umana; il termine va distinto da edonismo che indica invece il conseguimento del piacere immediato e non il frutto della sua ponderata ricerca.
Trascurata nella filosofia moderna anche in seguito alla posizione rigoristica di Immanuel Kant (che rovescia la concezione eudemonistica sostenendo che l'azione dell'uomo non deve mirare al raggiungimento della felicità, ma solo al puro dovere), la nozione di felicità rimane viva nella tradizione culturale anglosassone, ispirandone il pensiero filosofico, sociale e politico. A questa tradizione si ricollega la difesa del concetto di felicità da parte di Bertrand Russell nel suo The conquest of happiness (“La conquista della felicità”, 1930).
Dagli anni Settanta del Novecento la felicità è un oggetto di studio interdisciplinare da parte di psicologi, sociologi ed economisti. In particolare, questi ultimi si sono proposti di superare i limiti di un concetto essenzialmente legato alla ricchezza materiale, privilegiando un concetto di benessere individuale di carattere soggettivo.