Giacomo II d’Inghilterra (Londra, 1633-Saint-Germain-en-Laye, 1701). Re d’Inghilterra, di Irlanda e di Scozia. Noto anche come Duca di York, era figlio di Carlo I e di Enrichetta Maria di Francia. All’epoca della guerra civile venne fatto prigioniero dall’esercito del Parlamento (1646), ma fuggì in Olanda (1648) per poi raggiungere la madre in Francia (1649). Con la restaurazione di suo fratello Carlo II sul trono inglese, fece ritorno in Inghilterra e fu da questi nominato Lord High Admiral; si adoperò quindi per migliorare l’organizzazione e l’efficienza della Marina ereditata da Cromwell. Nel 1685 succedette al fratello Carlo II, che non aveva figli legittimi, nonostante l’opposizione protestante che, sapendolo convertito al cattolicesimo, tentò di portare sul trono il duca di Monmouth, primogenito illegittimo di Carlo II. Asceso al trono, Giacomo soffocò nel sangue le ribellioni dei seguaci di Monmouth e progettò di far tornare il Paese al cattolicesimo: a tal fine provvide a nominare i cattolici ad alte cariche pubbliche (in deroga al Test Act del 1673) e promosse la Prima e la Seconda Dichiarazione di indulgenza per annullare le leggi contrarie ai suoi correligionari. Il conflitto tra i compiti costituzionali di capo della Chiesa anglicana e la sua personale confessione religiosa creò una situazione difficile, esasperata dalle propensioni assolutistiche del sovrano e dalla nascita di un erede maschio, Giacomo Edoardo (1688-1766), dal matrimonio con la principessa cattolica Maria Beatrice d’Este. Il Parlamento e la Chiesa anglicana, in pieno accordo, chiamarono quindi nel 1688 al trono d’Inghilterra il principe protestante olandese Guglielmo d’Orange, marito della primogenita di Giacomo, Maria, realizzando così, dopo la fuga del re in Francia, quell’incruenta «gloriosa rivoluzione» che sancì la centralità del potere politico del Parlamento inglese. L’unico tentativo armato di Giacomo II per riaffermare i propri diritti, con l’aiuto degli irlandesi e dei suoi seguaci, i «giacobiti», fallì con la battaglia sul fiume Boyne nel 1690. Tornato in Francia, accettò infine le risoluzioni del trattato di Rijswijk (1697) che gli precludeva ogni residua speranza di riottenere il trono: Luigi XIV, che fino ad allora lo aveva considerato un sovrano legittimo, riconosceva invece in Guglielmo III d’Orange il re della Gran Bretagna.