Bernini, Gian Lorenzo (Napoli, 1598-Roma, 1680). Architetto, scultore e pittore, tra i massimi artisti italiani del Seicento. Cominciò la sua attività in età giovanissima come scultore al fianco del padre Pietro, del quale assimilò la straordinaria perizia tecnica, associandola però a una visione originale della scultura; sue opere degne di nota furono in quei primi anni un busto di Paolo V (1620), un gruppo col Ratto di Proserpina (1620-23) e soprattutto l’Apollo e Dafne (1624-25).
In ambito architettonico la sua prima opera fu il baldacchino per la cattedrale di San Pietro (1624-1633); nel 1629 papa Urbano VIII lo nominò Soprintendente alla Fabbrica di San Pietro, sancendo con l’artista un sodalizio che avrebbe enormemente accresciuto la fama del Bernini. Nel 1642-43 egli realizzò la Fontana del Tritone di Roma, la prima delle fontane berniniane che abbelliscono la città, fondendo armoniosamente motivi classici e motivi barocchi; nel 1644 fu la volta della Fontana delle Api, ora all’angolo di via Veneto.
In quello stesso anno, però, la morte di Urbano VIII impose una battuta d’arresto alla fortuna dell’artista: il nuovo papa, Innocenzo X, investì della carica di architetto ufficiale della corte papale Francesco Borromini. L’amarezza per la perdita del prestigioso incarico non intaccò però la vena creativa del Bernini, che produsse in quegli anni una delle sue sculture più felici, la Verità svelata dal Tempo, rimasta incompiuta (la statua della Verità è conservata alla Galleria Borghese di Roma), e varie altre importanti opere (tra le quali la Cappella Cornaro in Santa Maria della Vittoria, contenente l’Estasi di santa Teresa d’Avila, 1647). Successivamente papa Innocenzo X gli accordò la propria protezione e gli commissionò la decorazione del braccio lungo di San Pietro (1647-53) e il Palazzo della Curia romana; nel 1651 l’artista ebbe inoltre l’incarico per la celeberrima Fontana di Piazza Navona.
Alla morte di Innocenzo X, nel 1655, Bernini era ormai il massimo architetto romano; l’anno dopo progettò il colonnato di San Pietro, completato nel 1665, con le 96 statue del coronamento realizzate in parte dai suoi allievi; nel 1656 intraprese anche l’ampliamento del Palazzo pontificio al Quirinale e l’erezione della Cattedra di San Pietro, completata nel 1661. Tra gli innumerevoli altri progetti che lo videro impegnato in quel periodo si possono ricordare la trasformazione della Scala Regia del Vaticano (1663-66), la facciata del Palazzo Odescalchi in piazza Santi Apostoli (il cui schema costruttivo costituirà un modello per l’architettura barocca), il restauro del ponte Sant’Angelo, con le statue di angeli e i simboli della Passione, il progetto per la ricostruzione dell’abside di Santa Maria Maggiore, il ciborio per l’altare del Sacramento in San Pietro.
Numerose furono anche le commissioni provenienti dall’estero, dalla Francia (da parte del cardinale de Richelieu e di Luigi XIV) e dall’Inghilterra (da parte di Carlo I).
Uomo di temperamento vivacissimo ed esuberante, ebbe una spiccata personalità artistica, geniale e innovatrice, che venne sottovalutata dalla critica neoclassica ma successivamente rivalutata in tutta la sua grandezza. Bernini esercitò un influsso fondamentale non solo sui suoi diretti collaboratori ma in generale su tutti gli artisti del Barocco romano.