Carolingio, Ciclo. Ciclo di composizioni poetiche medievali di carattere epico, imperniate sulla figura di Carlo Magno, che celebrano le sue gesta e quelle dei suoi paladini (Orlando in primo luogo) contro i nemici della fede cristiana (gli infedeli di Spagna, ma anche di Sassonia, Italia, Bretagna e Palestina), nonché le imprese dei sovrani predecessori e successori di Carlo, formando una sorta di storia poetica dell’Impero carolingio.

L’opera più rappresentativa del ciclo, cui appartengono una ventina di poemi, è la Chanson de Roland (vedi Canzone di Rolando), risalente probabilmente al principio del XII secolo. Il successo di questo componimento fu enorme e suscitò numerosissime riprese del tema, in francese e in varie altre lingue europee. Del poema vennero fatte rielaborazioni in tedesco (come quella del sacerdote ratisbonense Corrado, nel XII secolo) e in franco-veneto (nel XIII secolo: l’Entrée d’Espagne, di autore anonimo padovano, e la Prise de Pampelune di Niccolò da Verona); alla metà del XII secolo risale inoltre la Turpini historia Caroli Magni et Rotholandi, un’opera agiografica, composta in Francia, che propone una versione della vicenda di Orlando assai diversa da quella narrata nella Chanson.

La Chanson de Roland fu all’origine di una ricca fioritura di leggende epiche che vengono indicate con il nome collettivo di chansons de geste (vedi canzone di gesta). I protagonisti di quelle vicende conobbero una lunga vita anche al di fuori della poesia cavalleresca medievale. Più tardi, infatti, li ritroviamo in alcuni dei più grandi poemi della letteratura italiana, come l’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo (1440 o 1441-1494) e l’Orlando furioso di Ludovico Ariosto (1474-1533), e li vediamo reinterpretati in chiave dissacratoria da Luigi Pulci (nel Morgante, 1478-1483) e Teofilo Folengo (nell’Orlandino, 1526).