Modo parodico-umoristico. Il modo parodico-umoristico (vedi modi letterari) va tenuto distinto da quello comico; mentre il secondo ha profonde connessioni folcloriche e antropologiche, il primo è strettamente collegato con la riflessione filosofica, la consapevolezza critica, la manipolazione linguistica esplicita ed esibita. Il comico si rivolge a un destinatario sociale ampio e indifferenziato; l’umoristico a un pubblico ristretto, complice e intendente. A suo modo è però anch’esso, come quello comico, un “anti-modo”, che si caratterizza come rovesciamento del discorso logico, coerente, fondato su valori etici e conoscitivi forti. Di esso si sono interessati, infatti, non solo gli scrittori e studiosi della letteratura (come Pirandello, autore di un importante saggio sull’Umorismo), ma anche psicologi e filosofi (da Aristotele a Kant, da Lipps a Freud, da Croce a Bergson). Dal punto di vista letterario, il modo umoristico si presenta spesso sotto forma di parodia, cioè di un testo che riscrive, accentuandone i tratti linguistici peculiari, un altro testo, e ne mette in rilievo criticamente le debolezze. C’è, nella parodia umoristica, un forte elemento di intertestualità (con il rinvio sistematico di un testo a un altro testo), ma anche di metatestualità, sotto forma di riflessione distaccata sulle caratteristiche di quel testo. Essa fa spesso ricorso alla figura retorica dell’ironia (quando vuol significare il contrario di ciò che asserisce), conferendole però una funzione conoscitiva secondo la tradizione filosofica e romantica e cioè puntando a mettere in rilievo collegamenti tra fenomeni e apparenze, fantasia e ragione, contraddittorietà della vita e della realtà. Uno sviluppo particolare del modo umoristico si è avuto nelle esperienze culturali della modernità: di fronte alle esperienze sociali dell’alienazione, a quelle psicologiche della lacerazione e frammentazione del soggetto, a quelle filosofiche dello svuotamento di fedi e ideologie, le potenzialità creative e proiettive del linguaggio sono state impiegate per dare forma all’esperienza del “surreale” e dell’“assurdo”. Un ulteriore sviluppo si è avuto nelle esperienze culturali post-moderne: alla parodia (che puntava alla lettura critica di un testo) si è sostituito il pastiche, come operazione di mescolanza degli stili e dei testi, caratterizzata da minori punte critiche.