Servitù della gleba. Letteralmente «servitù della terra», l’espressione definisce la condizione socio-giuridica servile che nel corso di pochi secoli, intorno al Mille, si sostituì nelle campagne alla schiavitù antica. Si può infatti globalmente considerare come servitù lo stato di non-libertà di coloro che non possedevano la terra, ma la lavoravano, ed erano sottoposti, in varie forme, al potere economico, politico e giudiziario dei signori. Nell’ambito della Signoria territoriale gli obblighi erano legati al territorio (si era tenuti a determinate prestazioni in quanto si viveva e si lavorava in una terra su cui gravavano quelle imposizioni – di qui l’espressione di “servi della gleba”); quando la Signoria territoriale si indebolì, in molti casi la dipendenza del lavoratore fu riaffermata attraverso il vincolo feudale, che aveva carattere personale (la persona era legata al signore da un rapporto che comportava certi obblighi). La condizione di servitù fu tutt’altro che uniforme: contemplava differenti livelli di soggezione e diverse situazioni economiche.