Wu Ming. Nome (che in cinese mandarino significa «senza nome», «anonimo») di un gruppo di scrittori provenienti dalla sezione bolognese del collettivo Luther Blisset Project (1994-99), nel cui ambito performer, artisti, operatori del virtuale, esponenti della cultura underground si servivano dello pseudonimo “multiplo” Luther Blisset. L’esordio del Wu Ming ebbe luogo nel 1999 con il successo riscosso dal romanzo storico Q, pubblicato a firma Luther Blisset. Il gruppo comprendeva in origine Roberto Bui (Wu Ming 1), Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2), Luca Di Meo (Wu Ming 3), Federico Guglielmi (Wu Ming 4) e Riccardo Pedrini (Wu Ming 5), ognuno dei quali attivo anche in solitaria, al di fuori della produzione corale del collettivo. Già nel nome il collettivo rivela una delle sue innovative idee di fondo, come il rifiuto della centralità tradizionalmente attribuita alla figura dell’autore («l’accento va posto su ciò che è scritto, non su colui che lo ha scritto»); a questa si affianca l’altrettanto innovativa contestazione del diritto d’autore: i testi prodotti da Wu Ming sono infatti riproducibili gratuitamente, purché a scopi non commerciali.
La vasta produzione del collettivo spazia dal romanzo storico (54, 2002; Manituana, 2007; Altai, 2009; L’armata dei sonnambuli, 2014) alla narrazione che mescola ricostruzione storica e fantastico (L’invisibile ovunque, 2015; Proletkult, 2018; La macchina del vento, 2019; Ufo 78, 2022), al racconto (Anatra all’arancia meccanica, 2011), alla narrativa per ragazzi (Cantalamappa, 2015; Il Piccolo regno, 2016), al saggio, ai fumetti, all’audiolibro e alla sceneggiatura.