Mezzadria. Tipo di contratto agrario affermatosi nel Medioevo, soprattutto a partire dal Trecento in Emilia e in Toscana, e diffusosi poi in quasi tutta l’Italia centro-settentrionale nel periodo successivo, diventando la forma prevalente nella quale i proprietari terrieri sfruttavano i propri fondi. Il contratto di mezzadria prevedeva che il proprietario stabilisse le colture da eseguirsi nel podere e le altre attività ad esso connesse, fornisse una parte degli strumenti necessari per il lavoro agricolo e ricevesse in cambio dal mezzadro (a capo di una famiglia colonica) la metà del prodotto della terra e varie prestazioni supplementari. Il contratto era di solito annuale, e il mezzadro poteva essere cacciato dal podere allo scadere dell’annualità; il canone che egli doveva pagare al padrone, inoltre, era spesso piuttosto esoso. A seguito dell’aumento demografico dell’età moderna, le famiglie mezzadrili, trovandosi in regime di concorrenza l’una rispetto all’altra, furono costrette ad aumentare le prestazioni e ad accettare una minor quota di prodotto, che spesso si rivelava insufficiente al loro fabbisogno; per contro, il miglioramento delle tecniche agricole produsse, rispetto alle epoche precedenti, notevoli guadagni supplementari per i proprietari dei fondi, che vedevano accrescere le proprie rendite senza far ricorso a cospicui investimenti.
La diffusione della mezzadria influì sia sull’aspetto paesaggistico delle campagne sia sulle forme di insediamento, favorendo la diffusione del cosiddetto habitat sparso: i mezzadri, anziché vivere nei villaggi e nei piccoli agglomerati urbani, come i contadini delle epoche precedenti, abitavano al centro del complesso dei terreni loro affidati; erano inoltre soliti tenere accanto a sé anche i figli e le loro famiglie, una riserva di braccia indispensabile per affrontare il lavoro nelle campagne. In tal modo si impose la cosiddetta «famiglia patriarcale», facente capo al maschio più anziano e costituita dai diversi nuclei familiari dei suoi fratelli e dei suoi stessi figli.
In Italia nel 1964 sono stati introdotti il divieto di stipulare nuovi contratti di mezzadria e l’obbligo di trasformare in affitto quelli esistenti.