PAROLE DELLA LETTERATURA

modo fantastico


Modo fantastico. Il modo fantastico (vedi modi letterari) ha avuto radici storiche precise, nella cultura, nei modi di vita, nell’immaginario europeo fra il Settecento e l’Ottocento, e si è attuato storicamente in alcuni generi narrativi, dando vita a una tradizione testuale molto vivace e diffusa. Da elementi del romanzo gotico inglese, dalla nuova sensibilità diffusasi in Europa a fine Settecento, da nuovi interessi e nuove cognizioni psicologiche, epistemologiche, scientifiche, dalla crisi di alcune antiche fedi e certezze a base religiosa, dalle nuove esperienze di fronte alle complicazioni interiori ed esteriori della vita moderna, a cui più tardi Freud darà il nome di “perturbanti” o “sinistre” (unheimlich), è nata questa modalità letteraria alle soglie della modernità. Essa è caratterizzata da un’intrusione repentina del mistero nel quadro della vita reale; è collegata in genere con gli stati morbosi della coscienza, la quale, in fenomeni come quelli dell’incubo o del delirio, proietta davanti a sé le immagini delle sue angosce e dei suoi terrori. Dice Todorov in proposito: «In un mondo che è sicuramente il nostro, quello che conosciamo, senza diavoli, né silfidi, né vampiri, si verifica un avvenimento che, appunto, non si può spiegare con le leggi del mondo che ci è familiare. Colui che percepisce l’avvenimento deve optare per una delle due soluzioni possibili: o si tratta di un’illusione dei sensi, di un prodotto dell’immaginazione, e in tal caso le leggi del mondo rimangono quelle che sono, oppure l’avvenimento è realmente accaduto, è parte integrante della realtà, ma allora questa realtà è governata da leggi a noi ignote. Il fantastico occupa il lasso di tempo di questa incertezza; non appena si è scelta l’una o l’altra risposta, si abbandona la sfera del fantastico per entrare in quella di un genere simile, lo strano o il meraviglioso. Il fantastico dura soltanto il tempo di un’esitazione: esitazione comune al lettore e al personaggio i quali devono decidere se ciò che percepiscono fa parte o meno del campo della “realtà” quale essa esiste per l’opinione comune».

Il modo fantastico si è attuato storicamente in alcuni generi narrativi soprattutto nella prima metà dell’Ottocento (basta fare i nomi di scrittori come Hoffmann, Gautier, Mérimée, Poe, Boito, de Maupassant, James), proseguiti nella seconda metà del secolo e in quello seguente, per trasmettere in maniera forte ed efficace esperiente inquietanti e perturbanti alla mente dei lettori. Elementi e atteggiamenti del modo fantastico, una volta che esso è stato messo a disposizione della comunicazione letteraria, sono entrati a far parte di opere di impianto mimetico-realistico, romanzesco, patetico-sentimentale, fiabesco, comico-carnevalesco e altro ancora. Nel Novecento al modo fantastico hanno attinto, utilizzandone le potenzialità rappresentative dell’assurdo, movimenti d’avanguardia importanti come quello del Surrealismo.

 

 

 

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