Modo fiabesco o meraviglioso. Il modo fiabesco o meraviglioso (vedi modi letterari) è strettamente legato con una forma antichissima di narrazione, trasmessa a lungo in forma orale nelle società umane, presente nella letteratura sotto forma di rifacimenti e reinvenzioni letterarie, ma spesso anche, in forme meno evidenti, in altre modalità letterarie, da quella romanzesca a quella realistica.
La fiaba di magia sembra seguire alcuni schemi di base, cioè ripetere una storia arcaica che affonda nella notte del tempi e risale alla vita dei popoli primitivi e dell’organizzazione tribale. Il protagonista della vicenda, l’eroe o l’eroina, si trova immerso in una situazione in cui dominano fenomeni meravigliosi o sovrannaturali, è colpito da una sventura, corre gravi pericoli circondato da una natura ostile, incontra ostacoli insuperabili sul suo percorso. Per superarli ha bisogno dell’aiuto di un mezzo magico; gli viene quindi in soccorso un aiutante o donatore (un vecchio, una strega, un animale), spesso dotato di poteri sovrannaturali. Superati gli ostacoli, il protagonista torna a casa, ristabilito nelle sue capacità e spesso anche in una condizione di maggiore ricchezza e felicità.
Il grande linguista e antropologo russo Vladimir J. Propp ha studiato sia le strutture narrative comuni alle tante e diverse storie fiabesche sia le possibili loro origini antiche nei riti di iniziazione dei giovani al passaggio dell’adolescenza, praticati presso le tribù primitive. Su quelle antiche storie si sono depositati nel corso del tempo le visioni del mondo e gli elementi materiali costitutivi della società contadina, oltre a quelli della società feudale (trasformando gli esseri magici in prìncipi e principesse, ecc.). Presenza costante tra tali elementi è quella del meraviglioso, dei pericoli e delle angosce provocati da fattori umani o naturali (la foresta, la grotta), degli improvvisi e magici capovolgimenti di fortuna. Tale corposo patrimonio di elementi è sopravvissuto nelle fiabe che si sono continuate a raccontare nei periodi storici successivi o che hanno ricevuto forma scritta dai letterati: dalle fiabe inserite nelle raccolte novellistiche o nei poemi cavallereschi, come in quelli di Boiardo e Ariosto, alle fiabe ritrascritte su racconti orali, come nelle tante raccolte, da quelle classiche di Esopo e Fedro a quelle rinascimentali di Perrault alle molte ottocentesche (per esempio, dei fratelli Grimm in Germania o di Vittorio Imbriani in Italia), alle fiabe inventate da numerosi scrittori (Puškin, Collodi, Wilde, Andersen). Ma è anche vero che questi elementi continuarono a sopravvivere, sotto forma di fiabesco e meraviglioso, in altri generi letterari; e non è difficile riscontrarne la presenza, per esempio, nei moderni romanzi di fantascienza o in quelli rosa e d’amore (dove può capitare di incontrare una moderna Cenerentola che riscatta la sua condizione di inferiorità sociale, dopo aver superato molte prove, per l’intervento magico dell’amore).