medicina


Medicina. Disciplina che studia la normalità e la malattia dell’essere umano, e che di quest’ultima mette a punto la prevenzione e la cura. La medicina moderna si suddivide in diverse e numerosissime specializzazioni, ciascuna delle quali è caratterizzata da un nome e da uno specifico campo d’azione (come, fra le altre, la medicina interna, ossia la scienza medica in senso stretto; la medicina preventiva, che si occupa di prevenire le malattie; la medicina veterinaria, che studia le malattie degli animali). Il termine, unito ad altre determinazioni, può indicare specifici rami della scienza medica (medicina omeopatica, psicosomatica, nucleare, ecc.); può essere messo inoltre in relazione con altre attività scientifiche, come nel caso della medicina legale e della medicina sociale.

Presso i popoli primitivi l’attività medica è caratterizzata dalla fusione di aspetti magico-religiosi e di aspetti empirici; le malattie sono spesso concepite come il frutto delle pratiche magiche operate da avversari e nemici, e si ritiene quindi che possano essere debellate solo con altre pratiche magiche e mediante le specifiche abilità detenute da maghi e sacerdoti. Un primo accenno di pensiero medico razionale si può individuare nel momento in cui cominciano ad essere conosciute alcune erbe e piante dalle virtù particolari: per lungo tempo il loro utilizzo e la loro conoscenza sono limitati a maghe e stregoni, o alle autorità religiose, ma si sta facendo strada la medicina empirica.

Il mondo greco venerava una divinità preposta alla medicina: Asclepio (chiamato dai latini Esculapio), l’archetipo del medico; ma il pensiero medico assunse una forma compiuta soprattutto nelle località dell’Asia Minore di Cnido e Coo, quest’ultima sede di un famoso santuario dedicato ad Asclepio nel quale operava la confraternita dei medici “asclepiadi”, attivi già nel VI secolo a.C. Lo studio clinico metodico e organico degli ammalati si ebbe con Ippocrate di Coo (V-IV secolo a.C.), il più grande medico dell’antichità, al quale si attribuisce anche la formulazione dei doveri del medico che ancora oggi è nota sotto il nome di Giuramento di Ippocrate. Nell’età imperiale romana il massimo medico noto è Galeno di Pergamo, attivo nel II secolo, che, pur rifacendosi ai princìpi di Ippocrate, aggiunse alla sua arte una costante attenzione all’osservazione e all’esperimento.

Nel Medioevo sorsero in corrispondenza dei principali monasteri i primi nuclei assistenziali di tipo ospedaliero; accanto all’assistenza agli ammalati si andò sviluppando una crescente attenzione alle norme igieniche (tra cui l’istituzione della cosiddetta “quarantena”, in uso dopo la terribile epidemia di peste del 1348).

Nel Rinascimento Leonardo da Vinci creava la prima illustrazione anatomica di tipo rigorosamente scientifico, mentre avevano inizio i più significativi studi di fisiologia (che portarono alla scoperta dei meccanismi che regolano la circolazione sanguigna) e Paracelso innovava il settore della farmacologia.

Il metodo sperimentale e l’invenzione del microscopio furono le principali innovazioni che nel Seicento aprirono nuove strade alla ricerca medica, sviluppatasi ulteriormente nel Settecento anche grazie ai progressi nel campo dell’igiene. Nel 1796 Edward Jenner ideò la vaccinazione antivaiolosa, momento fondamentale dello sviluppo della medicina preventiva. Nell’Ottocento spiccano figure di medici e ricercatori innovatori come Louis Pasteur e Robert Koch, che dettero impulso alla microbiologia e alle sue applicazioni; la chirurgia conobbe una svolta fondamentale con l’introduzione dell’anestesia; e verso la fine del secolo la scoperta dell’energia radiante aprì la strada agli sviluppi della radiologia.

Il rigoglio della ricerca medica raggiunge l’apice nel Novecento e nel nostro secolo, che si specializzano nella medicina preventiva e nella lotta ad alcuni mali terribili come il cancro, ma vedono anche, grazie ai vaccini, la vittoria su molti di essi (vaiolo, tifo, poliomielite ecc.). Parallelamente alla sempre più approfondita indagine e cura dei mali del corpo, il Novecento assiste anche alla nascita della medicina “dell’anima”, ossia la psichiatria, al cui interno si sviluppano con Freud la psicanalisi e con Jung la psicologia del profondo.

Oggi la medicina è posta di fronte a nuove sfide, dettate sia dagli sviluppi di tecnologie di diagnosi e di cura sempre più sofisticate, sia dalla necessità, ormai riconosciuta, di rendere il più possibile “personalizzata” la terapia, nella convinzione, condivisa da molti orientamenti della disciplina, che la cura debba essere subordinata alla conoscenza della genetica del singolo individuo, e che solo rispettando le caratteristiche di ognuno si possa ottenere una guarigione completa di molti mali, vecchi e nuovi, e priva di effetti collaterali.

Per la loro importanza centrale nel benessere e nella vita quotidiana dell’individuo, la figura del medico e il ruolo della medicina hanno spesso una posizione di rilievo all’interno delle opere letterarie di diverse epoche. Tra i medici più noti della letteratura, oltre ai già ricordati personaggi mitologici come Asclepio, si possono menzionare il personaggio di Callimaco, che si spaccia per medico nella Mandragola di Machiavelli (1518); i medici che compaiono nelle commedie di Molière (L’amore medico e Il medico per forza, 1666; Il malato immaginario, 1673); il dottor Scoto Mantovano della commedia Volpone di Ben Jonson (1606); la figura del ciarlatano nel Ciarlatano (1828) di Belli e quella del dottor Dulcamara nell’Elisir d’amore, l’opera di Donizetti (1832). Non manca neppure la maschera del medico nella Commedia dell’Arte (il dottor Balanzone). Un quadro della medicina del Seicento emerge indirettamente dalle pagine dei Promessi sposi di Alessandro Manzoni (1827, 1840), nella descrizione della peste di Milano; mentre risvolti inquietanti si associano al ruolo del medico-scienziato nel romanzo Frankenstein o il Prometeo moderno (1818), di Mary Shelley, e nello Strano caso del dottor Jekyll e di Mr. Hyde, di Stevenson (1886). Nel Novecento uno dei medici più famosi rappresentati in letteratura è il dottore-poeta Živago, protagonista dell’omonimo romanzo di Pasternak.

Il tema del medico e della medicina in letteratura si associa strettamente a quelli della malattia e della peste.

 

 

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