Modo picaresco. Il modo picaresco (vedi modi letterari) nacque nella letteratura spagnola fra metà Cinquecento e metà Seicento, come reazione al modo romanzesco e ad altre modalità letterarie in auge nella letteratura del tempo. Esso si è concretizzato in una serie di opere appartenenti a un genere preciso, quello dei romanzi picareschi, tuttavia va precisato che i romanzi picareschi, pur nella loro tipicità, utilizzano accanto a quello picaresco anche altri modi letterari, e che il modo picaresco è spesso affiorato in opere appartenenti ad altri generi. Nella sua forma tipica, il picaresco è una narrazione fatta di una serie di episodi e a conclusione aperta, nella quale un protagonista, il pícaro, le cui origini familiari e sociali sono umili e oscure, che non ha né arte né parte, e che è di solito collocato in una posizione marginale e non integrata nella società, riesce a sopravvivere grazie alle sue abilità, alla prontezza e all’adattabilità alle situazioni più diverse. Di solito egli compie un viaggio (vive on the road) attraverso luoghi e ambienti sociali molto vari, fa incontri pericolosi, ma contando sulle sue forze e sul suo cervello, prendendo coscienza di sé e rinunciando a ogni illusione, riesce a cavarsela e a sopravvivere, ricorrendo spesso anche a mezzi illeciti, oltre che a stratagemmi e furberie. Lo si può anche considerare un rovesciamento dell’eroe romanzesco, che si nutre invece di valori e illusioni, e in nome di essi compie felicemente le sue imprese. Non lo si può, invece, considerare affine all’eroe comico: egli non contrappone le ragioni di un suo mondo alternativo (materiale, istintuale) a quelle della realtà in cui vive; non cerca nessuna alternativa all’ordine sociale. Nella sua adattabilità all’ambiente e ai modelli di comportamento in esso prevalenti, si può dire che il picaro sia il contrario di un eroe. Gran parte dei romanzi appartenenti al genere picaresco adottano la forma della pseudo-autobiografia, raccontata in prima persona dal protagonista. Bisogna guardarsi dal mettere in rapporto il genere dei romanzi picareschi con quello del romanzo di formazione o di educazione (in tedesco Bildungsroman). Quest’ultimo genere si è sviluppato a partire dalla fine del Settecento (con il Wilhelm Meister di Goethe) e adotta preferibilmente i modi romanzesco e mimetico-realistico. Il picaro segue un codice di comportamento semplice, e tende a mettere alla prova non se stesso, ma il mondo (diversamente dal protagonista del romanzo di formazione, che vuole anzitutto cambiare e realizzare se stesso): tra i suoi scopi non ha certo il raggiungimento del prestigio e dell’integrazione sociale.